Reti ecologiche

Reti_ecologiche_2Lo Studio Biosfera prende come riferimento il concetto di rete ecologica riportato nella letteratura scientifica (RE), come definito da ISPRA, questo termine assume significati differenti in base agli aspetti che si vogliono mettere in evidenza. La RE è da intendersi come un sistema interconnesso di habitat in cui salvaguardare la biodiversità, avendo come punto cardine di riferimento le specie animali e vegetali potenzialmente minacciate. All’interno della rete si osservano alcune aree importanti: le aree centrali (core areas), le fasce di protezione (buffer zones) e le fasce di connessione (corridoi) che consentano lo scambio di individui tra le aree precedenti, in modo da ridurre i rischi di estinzione delle singole popolazioni locali.

L’obiettivo fondamentale della pianificazione di una rete ecologica è essenzialmente il mantenimento o il ripristino della connettività fra popolazioni e ecosistemi residuali in ambiti frammentati o in via di frammentazione. L’approccio di rete è uno strumento concettuale particolarmente efficace per l’elaborazione di strategie di conservazione della biodiversità e dei processi ecologici, anche a scala locale.
L’importanza del concetto di rete ecologica come strumento di conservazione della natura è riconosciuta oramai da numerose Convenzioni e Normative a livello internazionale: Direttiva 79/409/CE (nota come direttiva Uccelli), Direttiva 92/43/CE (direttiva Habitat), Convenzione di Rio sulla Diversità Biologica (UNCED, 1992), Congresso mondiale sulle aree protette di Durban (2003). A livello nazionale, l’approccio di rete ecologica caratterizza la strategia di conservazione della natura (Rete Ecologica Nazionale, Ministero dell’Ambiente, 2002), mentre in Toscana esiste una Legge Regionale che riconosce la primaria importanza delle aree di collegamento ecologico (L.R. 56/2000).